Tutti abbiamo le nostre macchine del tempo: i ricordi, che ci portano nel passato; i sogni, che ci spingono in avanti

Qualcosa da segnalare? SCRIVIMI!

25/01/09

Peanuts ribattono:"la comunicazione 2"

Eravamo arrivati: Quando inviamo un curriculum in qualsiasi modo esso sia scritto comunichiamo noi stessi, anche se ha una forma standardizzata. Cerco sempre di far capire che il curriculum va personalizzato: dal foglio bianco, nudo, lo dobbiamo vestire con le parole, i colori e la forma. Se lo immaginiamo come una parte di noi diventerà più facile capire come vogliamo che le altre persone lo vedano.

Ora andiamo avanti...

Questa idea è riuscita a renderla Wislawa Szymborska - Nobel per la Letteratura 1996:
“Cos'è necessario? E' necessario scrivere una domanda, e alla domanda allegare il curriculum. A prescindere da quanto si è vissuto. Il curriculum dovrebbe essere breve. E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti. Cambiare paesaggi in indirizzi. E ricordi incerti in date fisse. Di tutti gli amori basta quello coniugale,e dei bambini solo quelli nati. Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu. I viaggi solo se all'estero. L'appartenenza a un che, ma senza un perché. Onorificenze senza motivazione. Scrivi come se non parlassi mai con te stesso e ti evitassi. Sorvola su, cani gatti e uccelli,cianfrusaglie del passato, amici e sogni. Meglio il prezzo che il valore e il titolo che il contenuto. Meglio il numero di scarpa,che non dove va colui per cui ti scambiano. Aggiungi una foto con l'orecchio scoperto. E' la sua forma che conta, non ciò che sente. Cosa si sente? Il fragore delle macchine che triturano la carta.”

Facciamo un esempio


Cosa è successo? Si può dire che Lucy abbia ascoltato? Io direi di no! Voi?
Ancora meglio: non vuole ascoltare, non vuole discutere sul fatto se aveva torto o meno. "Non si può non comunicare" e Lucy, cambiando argomento, sta dicendo: non ti voglio ascoltare, non voglio avere torto, anzi per questo ti offendo.
Per intenderci, anche un morto comunica: comunica che è morto!
Anche il silenzio è un aspetto comunicativo molto importante. Se a un colloquio rimaniamo in silenzio, a seconda della domanda che ci è stata posta, esso verrà interpretato in mille modi diversi, a seconda di quanto e cosa abbiamo detto prima, della persona che ci sta di fronte, delle sue esperienze, ecc.

Pensiamo a quante volte durante alcune conversazioni si dice qualcosa pur di rompere il silenzio, spesso considerato imbarazzante. Molti di noi non sanno sostenerlo.

Anche i nostri gesti vengono interpretati: noi comunichiamo con tutto il nostro corpo, abiti compresi (vedremo in seguito che l’abito fa il monaco).

2 commenti:

  1. Bellissimo Post.

    Sarei lieta se tu venissi a votare.

    Grazie!

    RispondiElimina
  2. ciaoooooooo
    volevo avere una tua opinione sull'iniziativa postata il 31 gennaio sul mio blog.
    Grazie e buon w.e.
    Lella

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...