
Vent’anni dopo ci fanno lo stesso scherzo : i nostri uomini partono e noi veniamo inserite negli ambiti produttivi per ricoprire i loro posti lasciati vacanti. Questa volta per motivarci ci dicono che il lavoro è una condizione necessaria che ci dà dignità. Anche le mie figlie ci credono: donne giovani come loro si inseriscono nel mercato del lavoro, donne sposate, con figli, sempre di più cercano un lavoro, anche chi è di ceto medio e di un secondo salario in famiglia non ne avrebbe bisogno. Ci sentiamo più forti, nella nostra flessibilità e capacità di adattamento richiesto repentino, notiamo la nostra capacità di mandare avanti la nostra famiglia, spaccandoci la schiena durante le ore di lavoro, sostenendo i nostri cari, nascondendo la nostra paura e assieme ad essa i perseguitati. Se li avessero scoperti in casa nostra ci avrebbero condannate a morte.
…CONTINUA…
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