
Dire che Manolito ha il singhiozzo permette agli altri di capire facilemente cosa esso comporti: tutti abbbiamo avuto almento una volta nella vita il singhiozzo. Sappiamo i comportamenti involontari che essi implicano (senza pur saperli definire esattamente e con precisione), insomma...sappiamo qual è il significato della parola, e siamo in grado di accostarla ad un'immagine ben precisa del significato stesso (ovvero sappiamo... immaginare il rumore del singhiozzo, il nostro corpo che sussulta, ecc)
A Mafalda e a Felipe non si accontentano di sapere cosa sia il singhiozzo, vogliono approfondire il concetto al fine di poterlo eliminare (della seria: più si conosce il nemico più è facile sconfiggerlo).
Ma i nostri amici scoprono che esiste un modo più elegante e ricercato per descrivere il singhiozzo...più complesso...talmente complesso che la persona potrebbe sentirsi persino importante...
Proviamo a rifletterci.
Se il nostro dottore ci parlasse della nostra malattia come se fosse nostra nonna a spiegarcela, sicuramente la nostra comprensione sarebbe molto buona, ma in noi sorgerebbe il dubbio: "Forse, non è un dottore molto bravo!" soprattutto se non ha usato termini "tecnici" propri della sua professione. La situazione idale sarebbe quella in cui il nostro dottore si metta a spiegare la nostra malattia prima con termini specifici, "da medico", e che man mano si metta a specificare cosa sono. In questo modo manterrà la sua professionalità garantendo la comprensione dell'utente/cliente.
Dire ho preso l'influenza oppure ho preso l'Australiana, succo succo, è la stessa cosa, ma i termini diversi fanno sì che le farmacie vendano il vaccino (per esempio)...immaginate i professori in classe, immaginate i politici...parole diverse che si usano per dire la medesima cosa...fanno la differenza.
Dire "non voglio fare questi orari di lavoro" è molto diverso da "la mia disponibilità lavorativa non comprende questi orari"...

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