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08/03/09

8 Marzo: festa della donna

Un augurio a tutte le donne!
8 Marzo 1908, data lontana nel tempo e nella memorira.
Chissà perché a scuola si ostinano a farci imparare la storia solo fino ai primi del '900, poi, magicamente, non si riesce finire il programma(forse perché un popolo ingorante è un popolo facile da governare?!), così quel che arriva dopo, periodo che intreccia maggiormente le nostre vite, sembra cadere completamente nel limbo: i nonni ci guardano con occhi sgranati, increduli della nostra ignoranza sulla guerra, sull'Olocausto, i nostri padri assumono la stessa espressione quando non capiamo cosa significhi il '68, le mamme scuotono la testa quando diciamo che non sappiamo nulla del femminismo se non che ci hanno detto che è una brutta cosa...ed eccoci diventare ospiti del nostro tempo: vite scagliate di qua e di là perché incoscienti delle proprie radici e della strada compiuta.
Quel lontano 8 Marzo di 101 anni fa, sono morte 129 donne. Morirono arse vive, perché troppo accanite nella loro protesta contro il maltrattamento nell'ambito lavorativo, perché scioperarono troppo a lungo per i loro diritti, si dimostrarono troppo unite secondo il responsabile dello stabilimento tessile in cui lavoravano. Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire, e accese il fuoco: quelle donne morirono per aver avuto il coraggio di lottare contro quello che credevano sbagliato.

La donna a piccoli passi
Il codice italiano del 1865 affermò obblighi reciproci per i coniiugi nell'educazione enel mantenimento dei figli;
1919: legge speciale che toglie le norme sull'incapacità della donna di testimoniare, di vendere e donare beni immoblili, a compiere azioni importanti senza l'autorizzazione del marito;
1946: ottengono il diritto di voto (Negli Usa prima della I guerra mondiale, seguiti da Danimarca, Paesi Bassi, Islanda, URSS, noi siamo tra gli ultimi);
1962: ottengono la parità dei diritti nel lavoro (ma solo nel 1977 una legge sancisce la piena parità di trattamento tra uomini e donne nell'ambito lavoraivo)
OGGI:il divario di retribuzione tra donne e uomini non si è quasi ridotto nel corso degli ultimi dieci anni, nonostante le azioni avviate e gli strumenti impiegati per porre rimedio a tale problema. In base ai dati ufficiali, nel 2005 le donne hanno guadagnato in media 15 % meno degli uomini nell'Unione europea, facendo registrare un miglioramento di soltanto 2 punti percentuali rispetto al 1995. Un'evoluzione inadeguata se si considera il considerevole incremento del tasso di occupazione delle donne.La maggior parte delle cause di tale divario non è riconducibile a fattori oggettivi. In tutti gli Stati membri le donne non solo superano meglio il percorso scolastico ma rappresentano la maggioranza dei diplomi dell'insegnamento superiore. Non è quindi spiegabile come esse non ottengano migliori condizioni sul mercato del lavoro e non si comprende come il loro potenziale produttivo non venga maggiormente sfruttato.Le statistiche mostrano che il divario di retribuzione dipende dall'età, dal titolo di studio e dagli anni di esperienza: le differenze di retribuzione superano il 30 % nella forbice di età da 50 a 59 anni (nel 7 % dei casi ciò vale per le persone di età inferiore a 30 anni); superano del pari il 30 % presso i diplomati del ciclo superiore e non superano il 13 % presso i lavoratori che hanno ultimato il ciclo secondario inferiore. Tali differenze possono raggiungere il 32 % presso i lavoratori che hanno trenta anni di attività in un'impresa, mentre il divario di retribuzione si limita al 22% tra i dipendenti che hanno un'anzianità da uno a cinque anni. (tratto da qui)

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